Come ogni anno le strade del borgo si riempiono
degli aromi della cottura del mosto

Come ogni anno a Spilamberto (Mo), nel primo fine settimana di ottobre, le strade del borgo si riempiono degli aromi della cottura del mosto, che non a caso avviene in autunno e suggella la conclusione dell’anno agricolo. Da sabato 1 a domenica 2 ottobre nella patria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena si celebra un momento fondamentale della realizzazione del prezioso prodotto: su grandi fuochi, dentro a giganteschi paioli, il succo d’uva viene cotto lentamente ad una temperatura che non deve superare i novanta gradi, sino alla riduzione di un terzo del suo volume iniziale. Dopo questo rito, che è anche un’occasione di festa, la base del Balsamico tradizionale è pronta per essere pazientemente sottoposta alle fermentazioni naturali, all’azione degli acetobatteri e sapientemente invecchiata in botti di legno diverso, di grandezza a scalare, fino all’ottenimento dei sapori, degli odori e dei colori caratteristici di uno dei prodotti gastronomici più pregiati al mondo.

“Mast Còt” (mosto cotto, in dialetto modenese) è la manifestazione promossa dal Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena in collaborazione con il Comune di Spilamberto e la Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale proprio per celebrare questo rito: riunite all’ombra della Rocca Rangoni le 18 Comunità della Consorteria per due giorni sono impegnate nella cottura del mosto d’uva. Un’occasione preziosa per il pubblico, che ha la possibilità di osservare tutti i passaggi che precedono le ulteriori fasi di preparazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale e partecipare alle degustazioni guidate; è anche il momento giusto per ascoltare dalla viva voce dei Maestri Assaggiatori la storia, le particolarità, gli accorgimenti che portano alla realizzazione di un prodotto unico, in una parola per conoscere il “saper fare” del Balsamico.

Da tempo durante Mast Còt si promuove uno sviluppo interdisciplinare che metta in relazione i settori alimentare, turistico, culturale: anche quest’anno per sottolineare il legame con il buon mangiare e il buon vivere, torna Stuzzicalamberto dove vengono proposti itinerari gastronomici che esaltano l’utilizzo del Balsamico. Ma non è tutto. In una sorta di gemellaggio e comunanza di valori con la sapiente arte dei Mastri Acetai, sono poi esposti alcuni capolavori dell’epoca d’oro dei motori: i modelli di auto prestigiose, scolpite e realizzate a mano dai Maestri carrozzieri modenesi, artigiani ineguagliabili che lavoravano muniti di martello e poco altro. Si tratta di un incontro inedito tra gli Scultori della Velocità e i Cultori della Lentezza!

“Nella provincia di Modena è profondamente radicata e ben viva la tradizione del Balsamico come elemento di socialità, di arte del saper fare diffusa sul territorio e di cultura popolare – sottolinea Maurizio Fini, Gran Maestro della Consorteria del Balsamico Tradizionale di Spilamberto – È una cultura che ruota attorno alla lavorazione del mosto cotto proveniente dalle vigne coltivate nel nostro territorio, una sapienza popolare e antica sopravvissuta nei secoli a guerre, terremoti, pandemie, mutamenti sociali, politici ed economici. Ne è sempre uscita indenne, se non più forte, in virtù dei valori lasciati in dote da coloro che nella penombra e nel silenzio della propria acetaia l’hanno pazientemente accudita e custodita, consentendole di diventare unica e irripetibile”.